Come funzionano le chiamate asincrone? Cosa sono le callback? Cosa sono le Promise in Javascript? Async await è una tecnica utile per migliorare la lettura del codice? In questo articolo risponderemo a tutte queste domande e vedremo come è elegante scrivere codice asincrono come se fosse sincrono.
Applicheremo poi tale tecnica ad Angular per trasformare il servizio HttpClient in un servizio più semplice da usare dal punto di vista dello sviluppatore, migliorando notevolmente l’esperienza di sviluppo.
Per uno sviluppatore back-end abituato a programmare in Java o C# piombare sul front-end può essere un duro colpo. Cambiano molte cose, ma un aspetto che è decisamente diverso dal back-end riguarda la comunicazione con il server, che avviene in asincrono.
Nella programmazione sincrona siamo abituati al fatto che una riga di codice che “sta sotto“ nello stesso scope viene eseguita dopo.
console.log("1")
console.log("2")
console.log("3")
console.log("4")
L’output di questo codice sarà quindi 1,2,3,4.
Quando abbiamo a che fare con API asincrone, una riga di codice che “sta sotto” potrebbe essere eseguita prima di altre righe di codice asincrone in una callback (una callback è una funzione che contiene il codice da eseguire quando la richiesta asincrona viene completata).
console.log("1")
richiestaAsincrona( /*la callback*/function(){
console.log("2")
console.log("3")
})
console.log("4")
Qui l’output sarà con molta probabilità 1,4,2,3. Dico con molta probabilità perché in realtà non abbiamo il controllo su quando effettivamente il codice asincrono verrà eseguito.
Ma se potessimo scrivere qualcosa del genere e essere sicuri sull’ordine di esecuzione?
console.log("1")
await richiestaAsincrona2()
console.log("2")
console.log("3")
console.log("4")
Cioè in sostanza vogliamo trattare le richieste asincrone come se fossero sincrone e dire al sistema “aspetta che arrivi la risposta dalla funzione asincrona e solo dopo esegui e istruzioni che seguono”. Dietro le quinte il tutto avviene ancora in maniera asincrona, ma lo sviluppatore può scrivere il codice in maniera molto più semplice e leggibile. Inoltre si noti come il numero di righe di codice è molto ridotto e meno righe di codice significa meno potenziali bug.
Scopriamo allora come implementare tutto ciò.
Vedremo come funzionano le Promise, le richieste asincrone con l’uso delle API Fetch per richiedere informazioni dal Web, e come usare i concetti di async/await per semplificare il tutto. Vedremo infine come usare async/await in Angular.
Abbiamo accennato nella sezione precedente che per eseguire del codice quando una funzione asincrona termina potremmo usare una callback. Supponiamo di dover eseguire un’altra istruzione asincrona dentro la callback, e un’altra ancora. Presto ci ritroveremo con un codice inguardabile e ingestibile per gli annidamenti multipli.
In Javascript si è quindi pensato di semplificare tutto ciò con l’uso di una nuova tecnica: le Promise.
Un promise è un oggetto che controlla il flusso di una chiamata asincrona, ci dice quando è terminata la chiamata o se la chiamata è fallita.
Le promise sono oggetti della classe Promise, quindi possiamo crearne anche noi di nuove. Creare una promise è un pochino articolato, ma teniamo a mente che raramente creeremo delle promise: quasi sempre le useremo. Vediamo però come crearle per capirne il funzionamento.
Il costruttore di una promise prende in input una funzione con 2 parametri:
Per convenzione questi parametri si chiamano res e rej, che stanno rispettivamente per resolve e reject.
Abbiamo detto che una promise deve notificare quando una esecuzione asincrona è terminata, oppure notificare che l’esecuzione della chiamata non è andata a buon fine. Il parametro resolve serve appunto per dire quando una promise è andata a buon fine, mentre il parametro reject serve per dire che una esecuzione asincrona NON è andata a buon fine.
Cerchiamo di capire meglio il funzionamento con un esempio.
Il metodo setTimeout di Javascript esegue una funzione dopo x millisecondi:
Nell’esempio sopra stampiamo ciao dopo un secondo.
Proviamo a trasformare il setTimeout con l’uso delle Promise per ottenere questo risultato:
Il codice appena visto è molto simile al precedente, non è che ci abbiamo guadagnato molto, ma vi anticipo che tra poco vedremo come questo si trasformerà in
Bello eh? :-) Ma andiamo per passi.
Creiamo il metodo attendi:
attendi(1000).then(...)
Quindi quello che c’è dentro il then viene richiamato quando nella Promise eseguiamo il parametro res(). Lo so, sembra di aver sparato ad una mosca con il cannone, ma vi assicuro che ne vale la pena, perché tra poco introdurremo il concetto di async/await, e async/await usa le promise per semplificare notevolmente la scrittura del codice asincrono.
Per comprendere ancora meglio le promise, facciamo ora un altro esempio con una funzione asincrona usata spesso e ormai disponibile su tutti i browser principali: il metodo fetch per ottenere dei dati da internet.
A tale scopo ho creato un endpoint server side che restituisce dei dati di esempio: se andiamo all’indirizzo https://api.devexp.io/utenti vediamo che viene stampato un array di oggetti JSON:
[
- {
- nome: "Sa",
- cognome: "Ro",
- eta: 33,
- color: "#6ac2ff"
- },
- {
- nome: "Ma",
- cognome: "Bi",
- eta: 31,
- color: "#ff7474"
- },
- {
- nome: "Fa",
- cognome: "Ma",
- eta: 17,
- color: "#ecff73"
- },
- {
- nome: "Be",
- cognome: "Ca",
- eta: 6,
- color: "#80ffb0"
- }
]
Vediamo quindi come ottenere tale array con la API fetch.
L’uso di tale API è molto semplice:
fetch("https://api.devexp.io/utenti")
.then((response) => response.json())
.then((response)=>console.log(response))
Il metodo fetch(URL) restituisce una promise. Come detto in precedenza ogni oggetto promise ha un metodo, il metodo then, che permette di eseguire del codice quando il browser riceve la risposta dal server. Tecnicamente si dice che la promise viene “risolta”.
Nel caso della API fetch, la risposta dal server non è direttamente l’oggetto JSON, ma una risposta con tutte le informazioni come header, codici di stato, ecc. Per ottenere il JSON dobbiamo richiamare il metodo json() della response, che è a sua volta asincrono. Finalmente con un ulteriore then otteniamo il nostro JSON, che stampiamo nella console:
Rispetto alla singola callback non cambia molto, ma non avremo più il problema di callback annidate. Ora però andiamo al sodo e vediamo come usare una nuova sintassi per scrivere codice con Promise come se fosse codice sincrono.
Nella sezione precedente abbiamo visto come usare l’API fetch. E se potessimo scrivere qualcosa del genere?
let response = await fetch("https://api.devexp.io/utenti")
let json = await response.json()
console.log(json)
Bè, effettivamente quello che abbiamo appena scritto è codice sintatticamente valido e, sorpresa sorpresa, funziona esattamente come ci aspettiamo: la stampa della variabile json avviene correttamente.
Notiamo però che abbiamo dovuto usare una parola chiave nuova per ottenere tutto ciò: la parola chiave await. Con await diciamo al sistema di attendere che la Promise restituita dal metodo fetch venga risolta prima di eseguire le istruzioni successive.
Per usare await, le istruzioni che usano await devono stare dentro una funzione dichiarata come async:
async function stampaArray(){
let response = await fetch("https://api.devexp.io/utenti")
let json = await response.json()
}
stampaArray()
Tutto qui. Async await è quindi un modo per abbreviare la sintassi delle promise. Qualcuno potrebbe dire che è superfluo, ma per esperienza vi assicuro che scrivere e leggere codice che usa async/await è una goduria. Ed è molto meno probabile creare un bug se il codice è facilmente leggibile.
Andiamo ora a conoscere meglio le varie potenzialità di questa sintassi.
Abbiamo già visto con l’API fetch che se una promise restituisce un risultato, possiamo assegnare questo risultato ad una variabile come se il fetch fosse sincrono:
let response = await fetch("https://api.devexp.io/utenti")
La response conterrà tutte le informazioni di risposta.
La cosa si fa interessante quando cominciamo ad usare un if. Supponiamo ad esempio di voler caricare dei dati se e solo se non li abbiamo già caricati:
if(!utenti) {
let response = await fetch("https://api.devexp.io/utenti")
let json = await response.json()
utenti = json
}
Quindi await funziona anche dentro un if. E dentro un for? Anche dentro un for è garantito il rispetto del flusso simil-sincrono.
Attenzione però perché spesso ciò non è quello che vogliamo: un await dentro un for fa chiamate asincrone solo quando la precedente chiamata è stata completata. Se dovessi fare il for di un array di 1000 elementi rischierei di fare mille chiamate asincrone. E’ questo il risultato che vogliamo ottenre? Probabilmente è possibile in questi casi trovare un’alternativa più efficiente.
Abbiamo anticipato che una promise può anche andare in errore. In questi casi il codice per la promise sarebbe il seguente:
fetch("https://api.devexp.io/utenti")
.then((response) => response.json()).catch( error => console.log(error))
Come si traduce tutto ciò con async/await? Prima di rispondere faccio un’altra domanda: come gestiamo un evento eccezionale, un’eccezione, con i codici sincroni? La risposta è: con il try/catch. Ebbene con async/await possiamo ancora usare il try catch per gestire errori dentro chiamate asincrone:
try {
fetch("https://api.devexp.io/utenti")
.then((response) => response.json())
} catch(e) {
console.log(e)
}
Ora che conosciamo meglio come fare chiamate asincrone con l’uso di async/await, vediamo come usare il client HTTP di Angular per scrivere più facilmente il nostro codice.
In Angular per fare chiamate HTTP si usa il servizio HttpClient: per fare una get usiamo i le istruzioni:
constructor(http: HttpClient) {
http.get("https://api.devexp.io/utenti").subscribe(success => {
console.log(success)
}, error => {
console.log(error)
})
}
Vogliamo trasformare il servizio per scrivere le istruzioni precedenti come segue:
let utenti = await this.awaitHttp.get("https://api.devexp.io/utenti")
console.log(utenti)
Per ottenere questo risultato dobbiamo creare un nuovo servizio, che chiameremo AwaitHttpClient. Questo servizio usa internamente l’HttpClient di Angular e crea un metodo get alternativo
class AwaitHttpClient {
constructor(private http:HttpClient) { }
get(url:string){
let p = new Promise((res, rej)=> {
this.http.get(url).subscribe(success => res(success), error => rej(error))
})
return p
}
}
Il metodo get restituisce una Promise che viene risolta quando la risposta arriva dal server dentro il metodo subscribe.
Per tutti gli altri metodi, tra cui il post, il discorso è analogo. Nelle conclusioni vi rimando ad un esempio completo.
La cosa interessante è che in Chrome possiamo anche debuggare il codice async await normalmente, proprio come se fosse codice sincrono.
Addirittura possiamo usare l’await nella console di Google chrome:
Con l’esperienza osserverai che l’uso di async await rende il codice molto elegante e pulito. Per quanto riguarda Angular, personalmente non sento la mancanza degli Observer, che ritengo utili solo in specifiche circostanze. Il vantaggio di avere un codice molto più snello è invece sicuramente molto maggiore rispetto all’avere uno strumento potente come gli observer, ma quasi mai utilizzato.
A livello di uso dell’async/await, è bene notare che quando non usiamo il try/catch, in caso di errore una eventuale variabile restituita dall’istruzione di await avrebbe valore null, quindi facciamo attenzione.
Un altro aspetto, velocemente introdotto con l’uso dei for, riguarda l’uso di await in cascata. Facciamo attenzione quando usiamo molti await in cascata, poiché le richieste asincrone saranno eseguita l’una alla fine dell’altra, e non in parallelo. Se non ci serve il risultato dell’await precedente sarebbe uno spreco di tempo non eseguire le richieste in parallelo.
Per eseguire le richieste in parallelo possiamo sempre non usare l’await e ritornare alle vecchie e care Promise. Nel caso volessimo invece non perdere tempo, eseguire le richieste in parallelo e solo dopo eseguire del codice possiamo combinare l’await con le promise con un meccanismo di questo tipo:
let response1 = http.get("https://api.devexp.io/utenti");
let response2 = http.get("https://api.devexp.io/utenti")
await Promise.all([response1, response2])
// codice da eseguire dopo le richieste asincrone
In questa guida abbiamo visto come funzionano le Promise e come sfruttare la nuova sintassi async/await disponibile su quasi tutti i browser (IE11 non è tra questi :-) ). Possiamo usare tale tecnica anche con TypeScript, che tradurrà poi in JavaScript le nostre istruzioni.
Abbiamo anche visto come usare la potenza dell’async/await in Angular.
A questo indirizzo potete trovare un esempio di servizio http completo che usa async await al posto degli observer. Questo servizio carica anche un file preferences.json prima di eseguire le chiamate, perché in queste preferences è contenuto l’URL base dinamico a cui inviare tutte le chiamate. Inoltre tale servizio aggiunge un header ad ogni chiamata per includere un token di autenticazione. Può essere utile come spunto per creare il vostro servizio AwaitHttpClient completo, ma vi sconsiglio di usarlo direttamente in quanto si basa sul servizio Http, ormai deprecato anche se ancora funzionante anche in Angular 6.
https://gist.github.com/salvatoreromeo/a4ba14c0815b051497239502bf7ce671
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