Programmare è un processo creativo, ma spesso dobbiamo eseguire dei task noiosi e ripetitivi. Con questi 10 strumenti cercheremo di migliorare e velocizzare l'esperienza di sviluppo. Il primo strumento sarà Postman e vedremo tutte le funzioni utili per sfruttarlo nello sviluppo front-end.
I 10 strumenti essenziali se lavori con Angular e il front-end
Parte 1: la guida definitiva a postman
I tool che andremo a conoscere 4
Postman: Funzioni principali 7
URL dinamici con gli environments 9
Organizzare le richieste in collection 16
Condivisione delle collection 19
Oggi programmare il front-end è divertente e veloce. Ma se potessimo migliorare l’esperienza di sviluppo ed essere ancora più efficienti? Vedremo di seguito i migliori strumenti che utilizzo nello sviluppo di tutti i giorni e che vi assicuro possono arrivare a velocizzare lo sviluppo di un sistema in maniera importante.
Alcuni strumenti saranno forse noti, ma spesso non se ne conoscono tutte le potenzialità. Inoltre scommetto che altri strumenti non erano affatto noti. E sono sicuro di vincere la scommessa, perché sono stati sviluppati proprio da me :-)
Programmare è un processo creativo, ma spesso dobbiamo eseguire dei task noiosi e ripetitivi. E’ nell’indole dello sviluppatore cercare di automatizzare più possibile questi task e fortunatamente la community in alcuni casi lo ha già fatto per noi. Se un task automatizzabile ci mette 10 secondi e lo eseguiamo 100 volte al giorno, si tratta di diversi minuti bruciati inutilmente. E’ necessario automatizzarlo, o con uno script fatto da noi, oppure usando i tool sviluppati da altri, che spesso sono qualitativamente eccezionali.
Per i tool che vedremo di seguito ho selezionato i migliori nello sviluppo front-end, perché li uso più volte durante tutto il giorno. Inoltre io sono amante dei software portable, cioè quei software che non si installano e non vanno ad appesantire il sistema. I tool di seguito sono tutti portable.
I tool che andremo a vedere in ogni sezione sono:
Vedremo un tool nel dettaglio in ogni “puntata”. Cominciamo con Postman.
Il primo tool che uso praticamente ogni giorno è Postman.
Si tratta di uno strumento che permette di eseguire richieste HTTP ad un server di backend. Quando lavoriamo con un altro sviluppatore backend ci permette di condividere le API, ma la sua vera forza è quella di farci sapere tutto di una richiesta HTTP.
Possiamo creare la richiesta specificando tutti i parametri possibili, e conoscere ogni informazione della request e della response: headers, body, risponse ecc. Alcune di queste funzioni si possono trovare anche in Chrome, ma vedremo presto che Postman è molto più potente.
Postman si può installare sia come estensione di Chrome, che come app standalone. Quest’ultima versione ha molte più funzionalità dell’estensione Chrome, quindi consiglio vivamente di usare questa.
Il sito per installarlo è https://www.getpostman.com/
Ma esiste anche una versione portable a questo indirizzo:
https://portapps.github.io/app/postman-portable/
Al primo avvio vedremo la schermata mostrata nella figura di seguito. Sembrerebbe che dobbiamo necessariamente registrarci, ma in basso, in grigio, è possibile saltare la fase di registrazione :-)
Una volta installato il sistema mostra questa schermata:
La barra al centro è la più importante. Possiamo:
Questa è la richiesta al sito https://api.devexp.io/utenti che simula un’API per avere una lista di utenti. Il risultato è un array di oggetti JSON, come possiamo vedere in figura:
Per fare una nuova richiesta creiamo un nuovo tab col pulsante +
Proviamo a fare una richiesta POST. Nel caso di una POST possiamo specificare i parametri nella sezione sotto la barra:
Come detto, Postman è uno strumento per analizzare e simulare le richieste ad un server. L’esigenza che avremo spesso durante lo sviluppo di un sistema è che a volte dobbiamo effettuare chiamate ad un server locale, ad esempio localhost, mentre altre volte la stessa chiamata va fatta ad un server esterno: si tratta delle stesse identiche chiamate, che differiscono soltanto per il dominio.
Possiamo rendere parte dell’URL dinamico con dei token usando gli environment.
Supponiamo quindi di voler rendere dinamico il dominio del nostro URL:
Ho qui sostituito il dominio api.devexp.io con il token dominio. Questo token è come una sorta di variabile. Ma dove definiamo il valore di questa variabile? Nella scheda environments:
Per creare un nuovo environment premiamo sulla rotella a destra
E poi creiamo il primo environment local, nel quale specifichiamo il valore della variabile dominio:
Creiamo quindi un secondo environment production nel quale dominio vale api.devexp.io:
Avremo quindi questi due environment:
che sono ora disponibili nel menu dropdown in alto a destra:
Quando scegliamo local, dominio vale localhost:8080, mentre quando scegliamo production, dominio vale api.devexp.io.
Notate che se non scegliamo nessun environment, il token dominio nella richiesta è rosso, ad indicare che la variabile non ha nessun valore
mentre quando scegliamo ad esempio production il token dominio diventa arancione, ad indicare che la variabile ha un valore, api.devexp.io iun questo caso:
Possiamo specificare dei token in qualsiasi campo di configurazione della richiesta:
La cosa interessante è che postman dispone anche di API di scripting e possiamo ad esempio salvare un valore di una variabile usando le API. Con le API è possibile fare molte cose, tra cui i test di richieste al server.
Personalmente il caso d’uso più interessante è il seguente: supponiamo di avere un server le cui chiamate sono protette da autorizzazione con un token JWT che inviamo tramite l’header Authorization.
Un token JWT è una stringa, quindi dovremmo ogni volta cambiare la stringa con il valore del token JWT aggiornato.
Quello che invece possiamo fare, è salvare tale stringa in una variabile come fatto per il dominio:
Tuttavia ora useremo le API per aggiornare il valore della variabile automaticamente quando facciamo la richiesta di login.
Lo faremo con uno script. Lo script va configurato nella sezione Test della richiesta:
A destra della sezione Test sono suggerite diverse snippet per casi d’uso molto frequenti. Combinando due di questi casi d’uso possiamo salvare il valore restituito dalla richiesta di login nel token del nostro environment attuale:
Se vogliamo debuggare lo script, possiamo vedere i risultati di espressioni stampate con il comando console.log(data) nella console.
La console si avvia con l’hotkey CTRL-ALT-C:
E’ evidente che quando avremo tante richieste aperte cominceranno ad esserci troppi tab disordinati. Fortunatamente Postman mette a disposizione il concetto di collection. Una collection è una sorta di cartella dove possiamo salvare tutte le nostre richieste appartenenti ad uno stesso gruppo.
Per creare una collection possiamo usare il tab Collections e il pulsante subito sotto:
O in alternativa possiamo creare una nuova collection direttamente quando salviamo una richiesta:
Sempre quando salviamo la richiesta è possibile naturalmente scegliere una collection già esistente dove salvarla.
Ma non è finita qui. Vi piacerebbe anche salvare le risposte del server di una particolare richiesta? Ebben nel momento in cui salviamo una richiesta in una collection, possiamo anche salvare tutte le risposte ricevute come riferimento per il futuro.
Basta usare il pulsante Save Response a destra subito sopra la risposta:
Le collection possono essere anche condivise con i nostri colleghi. Possiamo esportare e importare collection di richieste:
Il file ottenuto dopo l’export è un file json che possiamo condividere e che può essere importato tramite il pulsante Import. Per completezza, è bene sapere che anche gli environment possono essere esportati e importati.
Postman è un tool molto potente e con molte altre possibilità che scoprirai usandolo.
Nelle prossime puntate vedremo un altro tool potentissimo per automatizzare gran parte delle operazioni che ripetiamo più volte durante il processo di sviluppo: AutoHotkey.
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